Scienza, economia, vaccino, repressione
L’anno scorso è stata condotta una guerra feroce contro i runners, ed in generale contro chiunque uscisse dalla propria abitazione per motivi che non fossero il lavoro e l’acquisto di beni essenziali. Una guerra promossa dai politici e approvata dai virologi, che ritenevano qualsiasi attività esulasse dal lavora-consuma un pericolo per la vita umana.
Oggi scopriamo che il nostro sospetto che tale guerra c’entrasse poco nulla con motivi sanitari, e molto con il tentativo di disciplinare gli italiani, era giusto: non è l’attività sportiva all’aperto ad aver aggravato e resi inutili i sacrifici dei vari lockdown. La guerra contro i runners, i pisciatori di cani, ecc aveva lo scopo di rafforzare l’ideologia dell’ascetismo pandemico: siamo in guerra, ogni attività che non è finalizzata alla vittoria di tale guerra, ma che ha come fine il ritagliare uno spazio al benessere psico-fisico individuale, è illecita poiché ci ricorda che non esiste solo il collettivo e i suoi bisogni economici e sanitari, ma anche l’individuo con il suo insopprimibile bisogno di non essere confinato in casa, di fare con il proprio corpo qualcosa di diverso dal produrre e ingurgitare prodotti, individuo che si sente soddisfatto persino nel semplice vedere a qualche metro di distanza altri individui non impegnati in qualcosa di necessario per il collettivo, ma dediti a pensare solamente a se stessi.
La guerra ai runners et similia è stato condotta su più fronti, di cui la repressione fisica è stata solamente la punta dell’iceberg: la demonizzazione mediatica, la condanna morale da parte di scienziati e psicologi, l’invito ai cittadini alla delazione sono stati molto più efficaci di multe e droni per convincere i cittadini italiani a recludersi in casa. La guerra mediatica contro runners & company ha toccato vette di rara ferocia, utilizzando gli argomenti più vari: dallo psicopatologizzazione (i runners sono narcisisti, anaffettivi, hanno scarso QI, ecc), passando per la condanna politica (sono no mask, no vax, complottisti, ecc), arrivando fino al ricatto emotivo (sono un oltraggio ai morti di Bergamo).
Se la demonizzazione di runners e affini ha avuto l’ovvio risvolto politico-mediatico di coprire la mancata messa in sicurezza dei luoghi di lavoro, il fallimento del sistema di tracciamento, la disorganizzazione del sistema sanitario, ecc, la stessa identica funzione adesso la svolgono i no vax: colpevoli di rallentare la campagna vaccinale, di far sprecare le preziosi dosi di vaccino, di vanificare il lockdown, i no vax svolgono il ruolo prima affidato ai runner di coprire la mancanza di dosi, la guerra geopolitica per l’allocazione delle stesse, l’inefficienza del sistema di approvvigionamento e prenotazione per farsi vaccinare.
Nel frattempo la guerra di religione iniziata con i runner e spostatasi sui no vax ha inasprito i toni, divenendo una vera e propria crociata fra i fedeli nella Scienza e gli atei che negano quest’ultima sia la salvezza dalla pandemia.