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Tra propaganda e agiografia

Su NETFLIX, un documentario – intitolato Death To 2020 – che ci racconta come quest’anno di pandemia e di conseguente disoccupazione di massa, abbia avuto il solo e unico problema di essere funestato da una destra brutta e cattiva che, oltre a contestare un lockdown tanto bello e di sinistra, al contempo ammazzava i neri ai posti di blocco di polizia.

Su PRIME, un documentario agiografico su Greta Thunberg (agiografia = biografia dei santi nella tradizione cattolica) dal titolo molto sobrio e composto: I Am Greta – Una Forza Della Natura.

Un documentario, quindi, sul primo movimento “di protesta” lanciato congiuntamente, agli inizi del 2019, da World Economic Forum, Commissione Europea e Fondo Monetario Internazionale. Insomma, un movimento veramente nato dal basso e che insegna, a noi zoticoni della working class e del ceto medio, che mangiando tanta carne e viaggiando in aereo distruggiamo la natura.

Adesso, però, con il lockdown che fa diminuire le emissioni e ci fa a tutti quanti riscoprire la natura restando incollati in casa davanti a uno schermo, finalmente la carne e i viaggi aerei diventeranno appannaggio dei pochi che possono permetterseli e Madre Terra e Greta e Ursula Van Der Leyen e Klaus Schwab e tutte le altre persone per bene (mica come Trump) potranno essere felici. E noi con loro.

Sfoghi satirici a parte, se queste piattaforme streaming e tutta la produzione cinematografica dovessero finire assoggettate alla propaganda delle multinazionali – e dei loro organi istituzionali, come il WEF – molto più di quanto non fossero prima, per le persone che come me non aderiscono all’ideologia dominante si porrebbe un problema serio, molto serio, inerente al trascorrimento del tempo durante i coprifuoco…

Riccardo Paccosi

Illustrazione di Copertina: Stephan Schmitz

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