Un nuovo Medioevo scientista
Tra la fine del XIV e l’inizio del XV secolo, in seguito alla crisi e poi alla caduta dell’impero bizantino, molti dotti greci si trasferirono in Occidente. Grazie al loro insegnamento, si diffuse in Europa la conoscenza del greco presso le persone colte. Fu così possibile leggere, sia nella forma originale sia attraverso le traduzioni latine, testi ed autori prima noti soltanto indirettamente. Questa opportunità non cadeva nel vuoto, perché da almeno tre secoli era in corso una rinascita culturale parallela alla ripresa economica successiva al 1000.
Questa rivoluzione, a cui noi diamo il nome di Rinascimento, ebbe enormi conseguenze in tutte le discipline. Anche la scienza ne venne sconvolta.
Nel corso del Medioevo la scienza antica era conosciuta attraverso i testi di Plinio il Vecchio e le traduzioni latine (dal greco o, più spesso, dall’arabo) delle opere di Aristotele, Galeno e Tolomeo. Attorno alla metà del Quattrocento, cominciarono ad essere letti Euclide ed Archimede e si comprese che quella che era stata considerata la scienza antica era, in realtà, soltanto una parte di essa.
Come ha dimostrato in modo che mi sembra difficilmente confutabile il prof. Lucio Russo (La rivoluzione dimenticata, Feltrinelli) l’epoca ellenistica fu un periodo di grandi progressi scientifici. Con la conquista romana e il crollo degli stati ellenistici, quelle conoscenze, che si trasmettevano per via diretta da maestro a discepolo, vennero in gran parte disperse. Gli Umanisti del 400 si resero conto di tutto questo. I pochi testi superstiti dell’epoca alessandrina dimostravano, e più ancora lasciavano intravvedere, delle conoscenze sbalorditive nell’ambito della Matematica, dell’Ottica, della Statica, della Medicina e della Geografia.
Nella disciplina dove poi si svolse la più grande e decisiva rivoluzione scientifica, vale a dire l’Astronomia, apparve chiaro che, accanto al geocentrismo aristotelico – tolemaico, nell’antichità aveva avuto piena legittimità l’eliocentrismo, sostenuto dai pitagorici e da altri astronomi, in particolare, da Aristarco di Samo, che aveva probabilmente dato alla sua teoria delle basi matematiche (cosa che farebbe di lui un precursore non solo di Copernico e Galileo, ma forse anche di Keplero e Newton).
Improvvisamente, la mezza pagina con cui Tolomeo confutava Aristarco non appariva più sufficiente. Si sentì il bisogno di verificare se l’opinione ritenuta erronea fosse realmente così sbagliata. Fu un momento epocale. Una dottrina che per innumerevoli secoli nessuno aveva posto in discussione, che godeva del naturale sostegno dei più grandi studiosi del passato e del presente, che si adattava all’esperienza sensibile (per chi guarda un tramonto è il sole a muoversi) cominciò ad essere contestata.
E’ con questo atto dai caratteri sovversivi che nacque la scienza moderna. Il non dar nulla per certo, il mettere in discussione anche le idee più consolidate, l’accettare e non criminalizzare la critica sono stati i pilastri su cui si è realizzato il progresso scientifico e tecnologico dei secoli successivi. Questo non esclude, naturalmente, la possibilità, di sbagliare. Lo stesso Galileo, che della scienza moderna è considerato il padre, nelle sue due opere più importanti, Il Saggiatore ed il Dialogo dei massimi sistemi, commise degli errori piuttosto gravi riguardo all’origine delle comete e alla causa delle maree. Ciò non toglie che l’aver sottratto la scienza dal dominio della teologia fu un evento epocale. E’ su queste basi che l’Occidente ha potuto realizzare la sua egemonia planetaria.
Oggi, a distanza di cinque secoli dalla nascita (o rinascita, se consideriamo il periodo ellenistico) della scienza moderna, possiamo dire che un’epoca si è definitivamente conclusa. La scienza, che nel 500 si era emancipata dalla religione, si è ormai trasformata in religione essa stessa. Ciò che è avvenuto in questi due anni lo dice chiaramente.
Quello sui vaccini è diventato un atto di fede. Chi non crede è un poco di buono e merita di essere perseguitato. A nulla vale portare dati di fatto, statistiche ufficiali, evenienze non confutabili. Esprimere dei dubbi significa diventare i nuovi eretici. Il tono minaccioso con cui gli esponenti della scienza ufficiale, quelli che da mesi albergano nelle televisioni, ammoniscono i dissidenti, non lascia adito a dubbi. Il dissenso non è ammesso. Anche di fronte alle tragedie la narrazione non cambia di una virgola. Al dogma trinitario si è sostituito il dogma vaccinale.
Tutto lascia pensare che stiamo entrando in un nuovo medioevo scientista.
Illustrazione di copertina: Yukai Du