Una nuova Norimberga
Quando i criminali del virus andranno alla sbarra
Quanti anni ci vorranno perché venga istituita una nuova Norimberga? Forse un nuovo ventennio, magari con una Terza guerra mondiale di mezzo? E chi entrerà nel novero dei criminali? E nel segno di quali prove inconfutabili? Naturalmente non gli imbecilli, a cui la Storia concede sempre l’attenuante dell’inconsapevolezza. E naturalmente non i cittadini comuni, a cui in fondo non si può incriminare se non la sudditanza alla paura. Ma certo tre ordini di criminali dovranno prima o poi essere portati alla sbarra.
Secondo il nuovo verticismo apolide che sta di fatto determinando lo sconquasso di tutti gli assetti democratici tradizionali, la cupola dell’alta finanza transnazionale e gli apparati dirigenti delle grandi multinazionali, gli alti rappresentanti delle politiche nazionali (occidentali e non) e una larghissima fascia di addetti dell’informazione andranno prima o poi convocati al giudizio della Storia. Poiché a costoro non fa difetto l’intelligenza del crimine e, a differenza degli imbecilli comuni e della comune cittadinanza terrorizzata, l’alibi dell’inconsapevolezza non può essere loro concesso.
Quando si parla di verticismo apolide non si intende d’altronde un semplice disegno complottistico su scala internazionale: a questo facile riduttivismo si accordino i cosiddetti anti-cospirazionisti, a cui tutto preme tranne indagare il nesso logico e criminale che sottende l’ambizione del grande capitale mondiale di annientare qualsiasi possibile resistenza al suo dominio assoluto. No, qui si va ben oltre il piano lobbistico-massonico di un controllo incondizionato del pianeta: qui siamo nel quadro di una hybris devastatrice senza precedenti nella Storia.
Osserviamo allora i modi concreti in cui si esprime il disegno criminale a cui tale verticismo apolide sta prestando la propria voluttà sterminatrice. In estrema sintesi esso può essere indicato nel seguente assioma: la Cupola dell’alta finanza internazionale assoggetta a sé, comprandoli, tutti gli istituti di governo, da quelli dell’Unione Europea a quelli dei singoli Stati nazionali, affinché promuovano leggi e decreti in favore della dissoluzione degli apparati di controllo democratici; gli alti rappresentanti degli stessi Stati, soggiogati al ricatto finanziario e al sostegno condizionato del capitale, assoggettano quindi a sé, comprandoli, gli organi di informazione nazionali affinché diffondano, attraverso il megafono delle autorità scientifiche a loro volta comprate, il Verbo unico dell’assoggettamento alle politiche sanitarie promosse dalla stessa Cupola. Risultato? Il capitale compra di fatto quasi l’intero apparato politico internazionale, quasi l’intero apparato scientifico internazionale e quasi l’intero apparato giornalistico internazionale, lasciando libero campo al dissenso solo a questo “quasi” in cui si identifica ormai la resistenza partigiana dei non allineati: la stessa minoranza, oggi acclamata a posteriori, che fu un tempo argine al fascismo e al nazismo.
Secondo tale semplificato linearismo non è dunque in causa – e non sarà in causa a una prossima Norimberga – il problema della pandemia come evento naturale: bensì la determinazione di uno stato di emergenza o persino di eccezione permanente come pretesto deliberato e progetto sedimentato negli anni per smantellare qualsiasi resistenza al dominio della Cupola capitalistica sui destini dei popoli e delle nazioni. Ovvero, per dirlo nel linguaggio caro agli apocalittici: il deliberato utilizzo del Covid 19 come strumento criminale per ridurre in stato di schiavitù chiunque non si assoggetti al controllo economico e politico dei detentori del capitale. Condizione che, mutatis mutandis, non è altro che il passaggio dallo stato di diritto allo stato di controllo.
Inutile quindi paventare attenuanti per chi sta applicando, dal vertice alle fondamenta di questo coacervo criminale chiamato verticismo apolide, una vera e propria strategia di dissoluzione del diritto, delle garanzie giuridiche e costituzionali essenziali, della legittimità al dissenso e dello smantellamento delle libertà, a partire da quella di disporre del proprio corpo e del proprio lavoro: a costoro è imperativo che la Storia presenti prima o poi il conto.
Certo, non spetta a noi indicare nomi e cognomi. Di questo si occuperanno le magistrature o quel che ne rimarrà. A noi spetta nondimeno presentare i contorni di una logica che lungi dall’essere banalmente complottistica rivela come il vero imputato di questo deragliamento dell’umano prende nome di capitalismo. Siano poi i giornalisti o quel che rimane del giornalismo a compiere le indagini richieste. Ma intanto si sappia che chi oggi si ritiene impunito forse in futuro non lo sarà, e chi reputa il capitalismo il migliore dei mondi possibili, l’euforico portatore di una libertà non discriminatoria, prima o poi dovrà rivedere i propri assunti la sedicente infallibilità dei propri dogma.
Giacché se è vero che dai tempi dell’AIDS in poi insigni scienziati, comprati dal capitale, hanno di fatto sabotato cure alternative a quelle imposte dalle grandi multinazionali farmaceutiche, e se è vero che in tempi di Covid 19 insigni uomini d’affari hanno determinato, comprandole, politiche volte a propagandare la bontà di vaccini poi rivelatisi tutt’altro che immunizzanti o risolutivi, e se è vero che stuoli di giornalisti, comprati o ricattati, continuano a negare l’evidenza di una devastante quantità di effetti avversi determinati dai cosiddetti vaccini, e se è vero che la conclamata natura sperimentale di tali vaccini viene sistematicamente negata da scienziati e giornalisti, naturalmente comprati o ricattati, e se è vero che nessuna delle misure note come “Green Pass” ha di fatto, malgrado le asserzioni di politici comprati o ricattati, scongiurato la diffusione del virus, se questo e molto altro è vero, come è vero migliaia di pagine e realtà fattuali attestano che il Covid 19 può essere ampiamente constratato con cure alternative al vaccino, prospettare l’assoluta necessità di un nuovo processo di Norimberga non è assolutamente illusionistico.
Lo sa il potente avvocato tedesco Reiner Füllmich, per fare solo un nome, che sta intentando la più grande azione legale della Storia (chiamata appunto Norimberga 2) contro l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e il World Economic Forum (WEF) di Davos. Capo di imputazione: crimini contro l’umanità. E lo sanno gli oltre 1000 avvocati e 10000 periti medico-legali che si sono alleati a lui in questa battaglia di giustizia e verità, raccogliendo migliaia di prove scientifiche sulla assoluta inattendibilità dei test PCR e sul fatto che i cosiddetti vaccini in circolazione “fanno parte di esperimenti genetici” che violano quanto meno due fondamentali articoli della Convenzione di Ginevra del 1949: l’articolo 32 (sono da ritenere “vietati gli esperimenti medici o scientifici non resi necessari dal trattamento medico di una persona”) e l’articolo 147 (che vieta esplicitamente di condurre esperimenti biologici sulle persone).
Possiamo anche fermarci? Certo, ma sia evidente almeno un fatto: se continueremo a cercare il nemico nel virus e non nei grandi gruppi che lo stanno utilizzando per schiaccarci sotto il dominio dell’infamia capitalistica, ci piaccia o non ci piaccia ancora credere che l’informazione mainstream sia affidabile, non avremo capito niente. E se questa sarà un’attenuante per gli imbecilli, come è sempre stato, non lo sarà per la Storia, la quale prima o poi riaprirà i propri tribunali e farà chiarezza di troppe criminali e intollerabili mistificazioni.
Illustrazione di copertina: Mark Smith