
Una telefonata allunga la vita?
Tre giorni prima dell’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, il presidente russo ha fatto un lungo discorso alla nazione, siamo al 21 febbraio, alla fine del quale ha chiesto al parlamento di approvare il riconoscimento delle due autoproclamate repubbliche del Donbass. Siamo sul poco meno di un’ora, piuttosto inusuale.
Il discorso verteva su una ricostruzione piuttosto lunga sulle origini storiche e culturali dell’Ucraina, ricostruzione definita non senza ragione “revisionista” dai (pochi) commentatori occidentali che si sono presi la briga di leggerlo e studiarlo. Il revisionismo è il riesame critico di fatti storici sulla base di nuove evidenze o di una diversa interpretazione delle informazioni esistenti. Poiché opina sulle versioni narrative dominanti, esso stesso è opinabile, il racconto ed il giudizio sulla storia è sempre opinabile per quanto occorra sempre vedere quanto e fino a che punto. A seguire, tre blocchi minori sono stati dedicati alla ricostruzione dei fatti relativi alla svolta politico-istituzionale ucraina del 2014, alla reazione in Crimea, alla lunga e tormentata vicenda del Donbass.
Ma la parte più rilevante della parte finale del discorso è stata dedicata alla questione dei rapporti tra Ucraina e NATO. Non riporto i diversi fatti citati dal presidente russo, né altri articoli indipendenti su questa questione. Riporto solo alcuni pezzi che seguono una linea di ragionamento che è la base per comprendere il suo punto di vista su questa questione che è diventata una guerra che non sappiamo se, quando e come andrà a finire.
“Kiev ha da tempo proclamato un percorso strategico per l’adesione alla NATO. In effetti, ogni paese ha il diritto di scegliere il proprio sistema di sicurezza e di stipulare alleanze militari. Non ci sarebbero problemi con questo, se non fosse per un “ma”. I documenti internazionali sanciscono espressamente il principio della sicurezza uguale e indivisibile, che include l’obbligo di non rafforzare la propria sicurezza a scapito della sicurezza di altri Stati. Ciò è affermato nella Carta OSCE per la sicurezza europea del 1999 adottata a Istanbul e nella Dichiarazione OSCE di Astana del 2010.”
Questo è il perno dell’intero argomento sviluppato da Putin. Secondo lui, questa dichiarazione che ho verificato essere l’articolo 3 della Dichiarazione di Astana dell’organismo multilaterale che in include i principali attori della questione (USA-Ucraina-Russia), pone un limite di reciprocità alla libertà di adesione dell’Ucraina alla NATO. Adesione formale o informale. Il limite è un principio “l’obbligo di non rafforzare la propria sicurezza a scapito della sicurezza di altri Stati”.. Di seguito, partendo da questo presupposto, secondo lui violato, argomenta la sua visione dei fatti.
“Oggi, uno sguardo alla mappa è sufficiente per vedere fino a che punto i paesi occidentali hanno mantenuto la loro promessa di astenersi dall’espansione verso est della NATO. Hanno appena tradito. Abbiamo assistito a cinque ondate di espansione della NATO, una dopo l’altra: Polonia, Repubblica Ceca e Ungheria sono state ammesse nel 1999; Bulgaria, Estonia, Lettonia, Lituania, Romania, Slovacchia e Slovenia nel 2004; Albania e Croazia nel 2009; Montenegro nel 2017; e Macedonia del Nord nel 2020.”
“Pertanto, sono state istituite aree di posizionamento per missili intercettori in Romania e Polonia nell’ambito del progetto statunitense per creare un sistema di difesa missilistica globale. È risaputo che i lanciatori schierati lì possono essere utilizzati per i missili da crociera Tomahawk, sistemi di attacco offensivo.”
“Inoltre, gli Stati Uniti stanno sviluppando il loro standard Missile-6 per tutti gli usi, in grado di fornire difesa aerea e missilistica, nonché colpire bersagli terrestri e di superficie. In altre parole, il presunto sistema difensivo di difesa missilistica statunitense sta sviluppando ed espandendo le sue nuove capacità offensive.”
“Molti aeroporti ucraini si trovano non lontano dai nostri confini. L’aviazione tattica della NATO dispiegata lì, compresi i vettori di armi di precisione, sarà in grado di colpire il nostro territorio fino alla profondità della linea Volgograd-Kazan-Samara-Astrakhan. Il dispiegamento di radar da ricognizione sul territorio ucraino consentirà alla NATO di controllare strettamente lo spazio aereo russo fino agli Urali.”
“Infine, dopo che gli Stati Uniti hanno distrutto il Trattato INF, il Pentagono ha sviluppato apertamente molte armi d’attacco terrestri, inclusi missili balistici in grado di colpire bersagli a una distanza fino a 5.500 km. Se schierati in Ucraina, tali sistemi saranno in grado di colpire obiettivi nell’intera parte europea della Russia. Il tempo di volo dei missili da crociera Tomahawk su Mosca sarà inferiore a 35 minuti; i missili balistici di Kharkov impiegheranno dai sette agli otto minuti; e armi d’assalto ipersoniche, da quattro a cinque minuti. È come un coltello alla gola.”
“Già nel 2008, la Russia ha lanciato un’iniziativa per concludere un Trattato di sicurezza europeo in base al quale nessun singolo stato euro-atlantico o organizzazione internazionale potrebbe rafforzare la propria sicurezza a spese della sicurezza degli altri. Tuttavia, la nostra proposta è stata immediatamente respinta con il pretesto che alla Russia non dovrebbe essere consentito porre limiti alle attività della NATO.”
“Lo scorso dicembre abbiamo consegnato ai nostri partner occidentali un progetto di trattato tra la Federazione Russa e gli Stati Uniti d’America sulle garanzie di sicurezza, nonché un progetto di accordo sulle misure per garantire la sicurezza della Federazione Russa e degli Stati membri della NATO.”
Il testo di questa agenda è stato pubblicato dalla testata Sicurezza Internazionale diretta dal prof. Orsini e ne allego copia. Il presidente russo ne ha comunque sintetizzato il succo nel suo discorso così:
“Primo, per impedire un’ulteriore espansione della NATO. In secondo luogo, fare in modo che l’Alleanza si astenga dal dispiegare sistemi d’arma d’assalto ai confini russi. E, infine, riportare le capacità militari e le infrastrutture del blocco in Europa al punto in cui erano nel 1997, quando è stato firmato l’atto costitutivo NATO-Russia.”
“Queste nostre proposte di principio sono state ignorate. Per ribadire, i nostri partner occidentali hanno espresso ancora una volta le formule fin troppo familiari secondo cui ogni stato ha il diritto di scegliere liberamente i modi per garantire la propria sicurezza o di aderire a qualsiasi unione o alleanza militare.”
Ricordo per i meno esperti che la NATO è sì una organizzazione con 30 membri, ma obiettivamente per dimensione di potenza, la si può definire una anfizionia che, come quella delio-attica greca del V secolo a.C. verteva sugli interessi di Atene, verte sugli Stati Uniti d’America. Ricordo altresì che, per quanto ricordato nel post di ieri, USA e Russia sono le due uniche superpotenze del pianeta in quanto dotate di -forse- pari livello di arsenale nucleare di massimo livello.
A voi quindi il giudizio di legittimità sulle preoccupazioni russe rispetto al fatto che l’Ucraina stava o meno seguendo un percorso di adesione di fatto prima ancora che di diritto all’Alleanza atlantica che Putin riteneva una minaccia esistenziale alla Russia, motivo per il quale ha ritenuto di “non avere alternative” a fare ciò che ha fatto, come ha riconfermato l’altro giorno. Tutto ciò rispetto al principio dell’articolo 3 della dichiarazione OSCE del 2010 che per altro è di puro buonsenso.

Passando ad un altro “principio”, come più volte qui detto nei giorni scorsi, sul piano del diritto internazionale e della logica di convivenza planetaria, il principio di inviolabilità dei confini di uno Stato sovrano, essendo principio, non può avere eccezioni. Tuttavia, poiché il Mondo è ambiente anarchico ovvero non ha governo, polizia, tribunali, i principi ci sono ma le trasgressioni anche. Le trasgressioni sono fatti, i giudizi che se ne possono dare e sono opinioni. Si può tranquillamente fare un dibattito sulle opinioni anche se non vedo con chi dal momento che non mi risultano alfieri della “guerra giusta” nel caso ucraino. Ma il dibattito sulle opinioni non si capisce che valore possa avere rispetto ai fatti. I fatti appartengono al mondo dei fatti che andrebbero presi nel loro complesso prima di portare alla decisione di compiere altri fatti.
Ripeto quindi la domanda fatta più volte in questi giorni: perché il presidente americano non ha alzato il telefono al primo giorno di guerra domandando al presidente del paese avversario cosa stava facendo ed invitandolo a fermarsi immediatamente per sedersi assieme intorno ad un tavolo per dissipare le sue preoccupazioni? I fatti riferiti da Putin il 21 febbraio erano falsi? Allora perché non ha preso l’occasione di un vertice internazionale a due e con copertura mondiale per inchiodarlo alle sue false premesse? Avrebbe questo salvato migliaia di vittime, feriti, profughi, distruzione materiale e disinnescato il venirsi a creare di una situazione che sta facendo tremare il mondo? E non sarebbe bastato almeno il provare per mostrare come l’eventuale rifiuto russo avrebbe a sua volta mostrato che tutto ciò era solo propaganda a copertura di ben altre intenzioni?
Come si diceva ai miei tempi “una telefonata allunga la vita”, ma quella telefonata non s’aveva e non s’ha da fare. Perché?
Note:
Astana OSCE:
https://www.osce.org/files/f/documents/1/4/74989.pdf
Sicurezza Internazionale pubblica i riferimenti al documento russo rimasto inascoltato:
Discorso 21 febbraio, tre giorni prima dell’inizio dell’invasione russa:
http://en.kremlin.ru/events/president/news/67828
Illustrazione di copertina: Gary Neill

