
Unirsi contro i nazisti del terzo millennio: il nostro nuovo imperativo categorico
Amici, la gravità della situazione è tale che ogni possibile distinzione tra “valutazioni realistiche” e “teorie del complotto” inizia oramai a perdere completamente di senso; per ciò che vediamo, infatti, non è necessario ricorrere ad alcuna teoria particolare per poter sostenere che sia in atto una strategia politica di grandi dimensioni – e di lungo periodo – finalizzata al controllo costante e sistematico degli individui, delle loro azioni e dei loro movimenti, e oserei dire finanche dei loro pensieri.
È qualcosa che sta avvenendo proprio adesso, sotto i nostri occhi; ma l’essere umano è per sua natura scettico nonché incline all’adattamento: pertanto, anche quando si ritrova innanzi a eventi che non paiono affatto normali, egli, piuttosto che constatare la natura anomala di questi eventi, preferisce credere a coloro i quali, in suo favore, presentano e descrivono tali eventi come del tutto normali. Egli – l’essere umano – invero percepisce che qualcosa non va, ne ha il sentore; ma non ha la forza sufficiente per soffermarsi sul punto, per fidarsi del suo istinto e per agire di conseguenza, fosse anche solo in ottemperanza a una semplice esigenza di cautela. Piuttosto sorvola, passa oltre, va alla ricerca di qualcuno che lo rassicuri essendo egli incapace di avanzare delle conclusioni.
Badate: tale incapacità e tale mancanza di forza si verificano dacché egli è solo; ed essendo solo è persuaso che tutto ciò che pensa non sia altro che il parto insulso di un soggetto in preda alla paura.
È tempo che si reagisca, e la prima cosa che occorre ristabilire è proprio questa: che nessuno è solo.
Sono in molti ad avere intuìto che qualcosa non va, che dietro l’annuncio, la minaccia e l’applicazione di misure restrittive delle libertà individuali vi siano ragioni esclusivamente politiche e niente affatto scientifiche: è bene che ciascuno di questi individui sappia che anche altri condividono la sua intuizione; egli è infatti parte di qualcosa di più grande, che adesso abbisogna di organizzarsi entro forme di protesta non violenta che coinvolgano il maggior numero di persone. Per tale scopo, tuttavia, potrebbe non bastare un’opera di divulgazione basata sulla razionalità, l’analisi critica e l’esercizio del dubbio.
Ho osservato con i miei occhi le reazioni scomposte di quanti siano stati richiamati al confronto dialettico fondato sui dati scientifici, e inizio a credere, mio malgrado, che continuare per questa via servirà a ben poco.
Inizio a credere, in effetti, che occorra far leva soprattutto sul sentimento e sui cuori delle persone, giacché appellarsi alle capacità della mente si rivela troppo spesso insufficiente.
Iniziamo cautamente ad addentrarci nell’ordine di idee secondo il quale esista e sia attualmente in atto una guerra, una guerra per le nostre menti. Iniziamo a riflettere sul fatto che molti individui siano oramai irrimediabilmente perduti, del tutto votati al comfort che essi ricevono dalla loro stessa allergia all’esercizio critico dell’intelletto: sono come dei sonnambuli, non c’è nulla che li desti dalla loro insonnia. Se leggono parole come “guerra per la mente”, ecco che subito credono di poter darti del “complottista” o del “pazzo”: lo pensano ad una velocità impressionante, quasi fosse, questo pensiero, una sorta di reazione automatica nelle loro menti. Essi lo pensano ed essi lo dicono senza avere avuto neppure il tempo di interrogarsi.
Eppure se ne potrebbero citare molte di ipotesi di “complotto” che si sono poi rivelate fondate:
- le origini artificiali del virus;
- i legami tra case farmaceutiche, fondi di investimento speculativi, social network e scienziati showman della televisione;
- il sospetto che i vaccini anti-covid fossero dei farmaci sperimentali, dati i tempi ristretti impiegati per la loro produzione;
- le continue censure esercitate ai danni di personale accademico altamente qualificato;
- il timore, generatosi in seguito a terribili notizie, che tra i vaccini e diverse tragiche morti vi fosse effettivamente un nesso;
- il dubbio che i vaccini fossero meno efficaci di quanto si dicesse;
- l’impressione che il numero delle morti causate da Covid fosse stato artificialmente gonfiato;
- la certezza che uno strumento come il Green Pass sarebbe stato usato per discriminare e segregare,
e così via di questo passo, per altre cose che al momento non riesco nemmeno a ricordare. Per ognuna di queste ipotesi si è stati accusati di fomentare una teoria del complotto, si son ricevute delle offese indicibili, ci si è sentiti emarginati quasi si fosse dei poveri pazzi; e per ognuna di queste ipotesi è sopraggiunta una conferma, un aggiornamento dei bugiardini, una sentenza di tribunale, un nuovo record negativo sui portali di farmacovigilanza, uno studio scientifico, un report ufficiale, la protesta di migliaia di medici e professori universitari, nuovi annunci politici votati a una gratuita restrizione delle libertà personali.
Ora, volendo riportare con l’esercizio dialettico e l’analisi razionale, io adesso dovrei porre una semplice domanda, tanto provocatoria quanto retorica, e dovrei rivolgerla ai cosiddetti “non complottisti”, ovvero a quei poveri sfortunati realmente convinti di essere più meritevoli di altri sol perché eseguono gli ordini dell’autorità senza darsi il tempo per riflettere, e senza fiatare: premesso che non riceverete alcuna medaglia al valore, né sarete riconosciuti “cittadini migliori” in considerazione della vostra cieca obbedienza; premesso che non sapete alcunché di quello che dite, non disponendo voi di una sola opinione che sia veramente vostra – le parole che dite non sono “vostre”, voi le prendete in prestito da altri: la vostra mente, nel pronunciarle, si configura quale il prodotto finale di una catena di montaggio mediatico altamente sofisticata;
ciò detto, potreste dirmi voi, se non vi è troppo di disturbo, quante conferme debba ottenere un “complottista” perché si possa smettere di dargli del “complottista” e si possa iniziare a considerare fondati i suoi timori?
Quante giovani e quanti anziani devono morire poco dopo il vaccino perché voi possiate iniziare a preoccuparvi?
Come detto, si tratta di domande retoriche: nessuno si figuri il diritto di rispondere. Io le pongo solo perché la mia impressione è che molti fra voi “non complottisti”, se solo le autorità lo richiedessero, sarebbero pronti a dare del “complottista” a chiunque, anche a chi dica che il cielo è azzurro e che l’acqua è bagnata. Molti di voi darebbero del complottista anche a chi, dopo essere stato sparato in pieno petto, dicesse con le ultime sue forze di essere stato sparato. Figuratevi la scena: quel disgraziato è lì, sta per crepare dopo un agguato e voi…nulla, voi gli dite che ha avuto un malore, voi gli date del complottista. Quello va spegnendosi mentre perde sangue dal petto, ma voi gli dite che sta morendo per il caldo: questo, non altro, siete voi.
Consapevole che sia realmente impossibile far sì che milioni di imbecilli ritrovino tutto a un tratto il lume della ragione – se la maggior parte degli esseri umani fosse composta da individui intelligenti, oggigiorno non saremmo nelle condizioni in cui siamo;
consapevole che, così come ai tempi del nazismo vi erano milioni di persone che con i nazisti collaboravano (in modo attivo e meno attivo, per fanatismo o per ignavia), oggigiorno vi sono e vi saranno milioni di persone che, ciecamente convinte di essere nel giusto, collaborano e collaboreranno con i nazisti del terzo millennio, mi sembra infine giunto il momento di richiamare all’unità tutti quelli che non hanno ancora rinunciato del tutto all’esercizio delle loro facoltà mentali. È arrivato il momento di farci forza a vicenda, di dirci l’un l’altra che non siamo soli: ciascuno di noi deve saperlo e deve ricordare sempre, in ogni momento, che vi sono molti altri che condividono il suo attaccamento ai diritti e lo sostengono.
Ecco che la smetto di essere sarcastico per divenire estremamente serio, onde dire a tutti voi: non dobbiamo avere paura; non c’è alcun motivo per avere paura. È tempo, invece, di essere più lucidi e più sereni che mai, anche perché questo innalzamento del livello di tensione non è che l’inizio.
Le autorità politiche sono evidentemente guidate da un branco di individui totalmente fuori di testa, e la situazione creatasi con questa pandemia non finirà in breve tempo: occorre perciò avere molta pazienza e non perdere mai la calma. Occorre parlare ai cuori delle persone perché chiunque si sottragga al gioco del “divide et impera” per abbracciare il dovere di solidarietà sancito dalla nostra bellissima Costituzione.
Ciò nonostante, come ho già avuto modo di dire, non mi illudo e non voglio che nessuno fra di noi si illuda: molta gente è oramai perduta. Chiunque si unirà a questa lotta vedrà perdere l’appoggio e l’amicizia di molti soggetti, e solo perché quei soggetti sono semplicemente troppo stupidi per interrogarsi, per chiedersi perché le autorità siano ben disposte a spendere centinaia di miliardi per dei vaccini imperfetti anziché per il potenziamento delle terapie domiciliari; quei soggetti sono semplicemente troppo stupidi per chiedersi cosa vi sia di scientifico nel segregare e trattare come ebrei ai tempi del nazismo milioni di persone sane, e perché sia preferibile far questo anziché favorire la tempestività e l’efficienza della medicina territoriale.
Perderemo molti amici, legami storici muteranno natura, persone a noi vicine inizieranno a trattarci come reietti o come pazzi: ma sono loro a essere pazzi e a non saperlo. Sono loro a essere dei nazisti senza avvedersene. Adesso più che mai abbiamo il dovere di chiamare le cose con il loro nome: Emmanuel Macron è un nazista; il generale Figliuolo è un nazista; il ministro Speranza è un nazista. Chiunque proponga l’abolizione dei diritti costituzionali in favore di uno stato d’emergenza perenne e militarizzato del tutto ingiustificato è, per ciò solo, un nazista.
Se di già non fosse bastato quel che è stato fatto fino a questo momento – e sottolineo: quel che è stato fatto adducendo, come pretesto, una pandemia che, pur avendo causato molti decessi, risulta a dir poco ridicola se confrontata con altre pandemie del passato;
Se una misura del tutto illogica e intollerabile come il coprifuoco, l’applicazione degli arresti domiciliari a persone sane, non fosse stata di per sé sufficiente a dimostrare che dietro la pandemia di Covid sia in atto una qualche specie di disegno o di strumentalizzazione politica;
ecco che stiamo per assistere adesso a una deriva di portata storica, a un nuovo, durissimo attacco alle nostre libertà e ai nostri diritti. Siamo perciò chiamati a fare gruppo, non possiamo più accettare quanto sta avvenendo.
Le proposte di Emmanuel Macron e il favore che esse hanno riscontrato anche in Italia rappresentano la famigerata goccia che fa traboccare il vaso. La misura è colma, dobbiamo reagire e fissare dei punti-chiave attorno ai quali chiunque possa riconoscersi:
- la nostra guida è la Costituzione, non difendiamo altro che i nostri diritti fondamentali, le nostre libertà e la nostra dignità di esseri umani;
- continueremo a far uso della logica, dei discorsi razionali e del metodo scientifico, ma saremo consapevoli che ciò non sarà sufficiente: bisognerà ricorrere a una costante, infaticabile e diffusissima disobbedienza civile;
- non useremo la violenza, non vibreremo un solo colpo. È fondamentale, è necessario che nessuno di noi ceda alla tentazione di andar fuori di testa e di scontrarsi brutalmente con le autorità, giacché le autorità non attendono altro che questo per innalzare ulteriormente il livello della tensione e poter così promuovere l’adozione di nuove misure, ancora più restrittive che le precedenti. Se un uomo potrà fungere da esempio, quest’uomo sarà Gandhi.
Io non so ancora, di preciso, cosa fare e come farlo. Vi sono diverse realtà che stanno organizzandosi per tutelare i nostri diritti, ma esse sono tutte divise, e quel che è peggio: sono anche – quasi tutte – ferme al limite della mera lamentela.
Quanto a me, quest’oggi ho parlato della necessità di una manifestazione massiccia e pacifica tra le strade di Roma, non appena la discriminazione e la segregazione sociale promosse da Macron saranno annunciate anche qui da noi; ma in verità debbo dirvi che non sono sicuro che un evento simile possa effettivamente permettere di ottenere dei risultati: in primo luogo, perché si rischia di concentrarsi troppo su di un singolo evento, sicché la protesta rischia di morire con esso; in secondo luogo, perché occasioni del genere forniscono quasi sempre il pretesto di scontri di piazza violenti che i media di massa cercheranno puntualmente di strumentalizzare onde trascinare l’opinione pubblica – o quel che ne resta – nella direzione prestabilita. Non credo che sia l’evento in sé (come ad esempio una grande manifestazione) che potrà determinare questo o quel risultato: la gravità della situazione è tale che oggigiorno più che mai occorre una disobbedienza civile a oltranza, che sia estesa e prolungata, e che sia ovunque, non identificabile in un solo gruppo né in un evento solo.
Chiunque, nel suo piccolo, deve fare la sua parte: deve rifiutare e far rifiutare il pass, deve rifiutare la vaccinazione per i propri figli, deve rifiutare di finanziare i luoghi che adottano il pass; deve rifiutarsi di accettare il pass onde poter proseguire l’esercizio della propria attività imprenditoriale, se egli è un esercente; e così via. Chiunque deve fare qualche cosa per un solo obiettivo comune: ristabilire la sacralità e l’intoccabilità dei nostri diritti fondamentali. Questo deve essere il faro che illumina le nostre azioni, la guida che ci unisce: la libertà. Per amore di noi stessi e di chi lottò per noi e per i nostri diritti, abbiamo il dovere di reagire.
Ribadisco: io non so ancora come, ma spero tanto che queste mie parole possano servire perché altri si sentano meno soli. Se così è, vorrei dire a questi ultimi: siate furbi, tralasciate le stupidaggini; non scontratevi in modo diretto con le autorità, ma fate tutto ciò che possa servire per aggirare i loro obblighi nazisti. Preparatevi per il futuro, e soprattutto: preparate le vostre menti. Non siate mai superficiali, in nessun caso. Non abbiate paura di nulla. Siate padroni del vostro corpo, difendetelo. Siate mentalmente lucidi, liberi e preparati. Il mondo è impazzito e tocca a noialtri far sì che ritorni alla normalità: quella vera, quella che parla di eguaglianza, di solidarietà e di trasparenza, quella che auspica un futuro migliore per noi e per i nostri figli.
Ribelliamoci alla distopia nazista, e facciamolo a oltranza, con convinzione ma senza violenza. Amici, aggrappatevi ai vostri diritti come non avete mai fatto prima d’ora.
Illustrazione di copertina: Sergio Ingravalle

