Un’offesa alla nostra intelligenza
Mi si chiede da più parti di commentare quanto accaduto ieri a Washington. Premesso che non sono un esperto delle dinamiche interne statunitensi, due cose ci terrei a dirle.
Sebbene l’atmosfera surreale scaturita dalla gestione dell’emergenza sanitaria abbia lasciato in molti di noi la sensazione di essere entrati in un nuovo paradigma del ridicolo, gli accadimenti che hanno avuto luogo ieri nel cuore della capitale USA hanno sancito il definitivo passaggio dall’epoca della post-verità a quella del meta-grottesco.
Se dieci mesi fa avessimo visto il trailer di un film in cui dei tizi talmente trash da far sembrare i Village People esponenti dell’Ivy League assaltavano con successo la sede del Congresso USA, una volta appurato che non si fosse trattato di un’operazione demenziale sul genere Pallottola Spuntata o Borat, avremmo detto che la cinematografia spazzatura a stelle strisce aveva fissato un nuovo standard del cattivo gusto.
Invece no, è tutto vero; a quanto pare la superpotenza tecnologico-militare per eccellenza non solo è vulnerabile agli assalti informatici dei fantomatici hacker russi ma addirittura può essere messa sotto scacco da personaggi che risulterebbero eccessivi anche per i fratelli Cohen.
Da oggi possiamo dire con certezza che ogni immagine trasmessa da un TG, per quanto ridicola o assurda che possa apparire, è assolutamente verosimile. La realtà non è più distinguibile dalla finzione. Se un redivivo Orson Welles mandasse in onda durante un telegiornale nazionale immagini di alieni che occupano la Casa Bianca travestiti da puffi, dopo quello che abbiamo visto ieri saremmo legittimati a ritenerle credibili.
In Italia del resto abbiamo un direttore di TG come Mentana che durante il suo speciale ha spacciato per vere delle sequenze tratte da un B-movie americano in cui un tizio imperversa per la città con un laciafiamme, e non contento, sia lui che il suo ospite Gerardo Greco, si sono intrattenuti a commentarle pensosamente davanti al loro pubblico come se fossero reali (chissà se Puente farà il solito articoletto puntuto sul suo editore, a beneficio dei poveracci che si informano solo sui canali mainstream).
Proprio Mentana, l’uomo che accusa ogni giorno i cosiddetti complottisti di dare credito alle peggiori assurdità, ritiene reale una scena grottesca tratta da un film che porta il seguente titolo: “Project X – Una festa che spacca”.
In conclusione non ho idea se lo spettacolo di Washington sia stato realtà o finzione, se si sia trattato di una false flag o di una operazione spontanea, quello che mi sento di poter dire con certezza è che non è assolutamente credibile. Ognuno può darsi la spiegazione che preferisce, ma il circo che è andato in scena è un qualcosa che sarebbe inverosimile in una pellicola demenziale, figuriamoci nella realtà.
Passi che ci sono persone con due lauree che credono che per proteggersi dal virus si debba andare in giro con un cencio sulla faccia, passi che ci sono capi di stato che appaiono seri mentre fanno finta di considerare una ragazzina di sedici anni un interlocutore credibile per salvare il mondo da una catastrofe climatica, passi pure che qualcuno ritenga plausibile che un killer dell’FSB si intrattenga al telefono con la sua vittima spiegandogli in che modo gli ha messo l’agente nervino più potente mai realizzato nelle mutande, passino pure i deliri della cosiddetta “cancel culture” e del politically correct, ma ritenere che un manipolo di scappati di casa possa mettere sotto scacco la più grande potenza economico-militare del pianeta, è un’offesa alla nostra intelligenza.