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Verso la resa dei conti definitiva

A livello per il momento del tutto informale, sta correndo voce che questo sabato, 8 gennaio, tutte le città d’Italia saranno investite da mobilitazioni di protesta spontanee contro le misure che verranno annunciate oggi dal governo.Lo scenario, però, è molto diverso da quello del 24 luglio scorso allorché, dopo l’istituzione del green pass, si era determinata una dinamica spontanea che aveva fatto nascere, per la prima volta dall’inizio della pandemia, un movimento di massa e di pacifica protesta.

Questa volta, la determinazione del potere politico è decisamente maggiore e così la sua volontà di spostare l’asse del conflitto verso la guerra civile. Questa volta, siamo di fronte a una resa dei conti che potrebbe essere totale e definitiva.

La ragione della ulteriore radicalizzazione politica dei golpisti al governo, è sintetizzabile nel concetto di lotta contro il tempo. La vaccinazione di massa, cioè, ha rivelato d’essere fondata su un castello di menzogne: non soltanto in Italia le persone vaccinate si contagiano fra loro e si ammalano ma, nei paesi in cui la vaccinazione è partita prima come per esempio l’Inghilterra, vaccinata risulta essere anche la maggioranza dei morti.

In un passaggio di fase in cui i termini scientifico-sanitari della propaganda di Stato si rivelano quindi come menzogne, il tempo a disposizione del governo per evitare di essere investito dal malcontento popolare e per indirizzare quest’ultimo, invece, verso uno stato di guerra civile fra le diverse parti della società, è estremamente ridotto.

Questo significa che la partita, da parte governativa, può essere vinta solo attraverso un processo di estremizzazione e accellerazione.

La deriva ormai sempre più violenta e scomposta nei toni della campagna di criminalizzazione contro i non vaccinati, è dunque spiegabile a partire da questa lotta contro il tempo. Le restrizioni alla vita sociale, l’obbligo vaccinale sul lavoro detto “2G”, intellettuali come Galimberti che enunciano in televisione di mettere in prigione chi professa idee contrarie alla vaccinazione, le campagne dei giornali sui non vaccinati che occuperebbero immeritatamente i posti letto negli ospedali… questo crescendo di rancore e odio, è finalizzato a mobilitare la maggioranza della società contro la minoranza deviante. Dunque, con buona pace dei fascisti di sinistra che sostengono questo regime e che s’indignano per il paragone, siamo di fronte al medesimo dispositivo di coesione sociale utilizzato nella Germania degli anni ’30.

Il problema è che l’evidenza anti-scientifica di tutta l’operazione, sta facendo sì che crepe e incrinature comincino ad affiorare in più parti della superficie finora levigata e compatta della narrazione dominante: il Codacons che annuncia di voler sporgere denuncia contro Draghi perché questi ha menzionato dati falsi sui morti per Covid (ovvero ha affermato che fossero in maggioranza non vaccinati), un televirologo ufficiale come Andrea Crisanti che contesta il governo e le misure di quarantena perché risulta evidente che “sono i vaccinati che stanno trasmettendo il virus”… piccoli ma diffusi segnali, questi, indicanti il fatto che, per realizzare il sempiterno gioco del capro espiatorio, Draghi e compagnia hanno pochissimo tempo a disposizione.

Lo scenario internazionale, d’altro canto, conferma ulteriormente la delicatezza del passaggio di fase. Ricerche scientifiche ufficiali, come quella americana dell’International Journal of Vaccine, definiscono gli effetti a lungo termine del vaccino come “worse than disease”.

Ma soprattutto, a dispetto di ricerche che enunciavano la data conclusiva nel 2025, in un’intervista del 31 dicembre Bill Gates ha pronunciato la profezia – ovvero la decisione politica – di concludere lo spettacolo del Covid nel 2022 per lasciare posto, più avanti, a nuove emergenze e nuovi stati d’eccezione.

Dunque, abbiamo un governo italiano che deve trasformare il fallimento della campagna di vaccinazione in persecuzione dei dissidenti politici, che ha poco tempo per farlo e che è disposto, quindi, a giocarsi il tutto per tutto e a scatenare la violenza nelle strade: sia a livello di uso delle forze dell’ordine e dell’esercito, sia istigando pogrom o comunque logiche da pogrom nei luoghi di lavoro e nelle città.

E’ a questo punto necessario comprendere che l’intenzione è quella d’instaurare un regime totalitario fondato su uno stato di emergenza dietro l’altro e che l’ipotesi di cedere, per chi ha contezza della posta in gioco, non è percorribile. E’ necessario che tutti i lavoratori che hanno dovuto sottostare al ricatto vaccinale, tutte le famiglie che hanno visto i loro cari spazzati via dall’omicidio di Stato noto come “reazioni avverse”, nonché tutti coloro che semplicemente comprendono quello che sta accadendo, si mobilitino e scendano in piazza sapendo che, di fronte all’incubo totalitario che si delinea all’orizzonte, nessun cittadino ha davvero qualcosa da perdere.

Dal momento che questa volta sarà difficile contenere le provocazioni da parte di una compagine governativa composta da golpisti e stragisti, la priorità è stringere rapporti con quei non pochi lavoratori delle forze dell’ordine e delle forze armate che, nei mesi scorsi, hanno espresso il loro dissenso nonché manifestato in piazza: in una situazione di colpo di stato, la speranza principale non può che risiedere nella possibilità che essi contribuiscano, insieme alle forze popolari della protesta, a difendere la democrazia e la Costituzione nonché a far finire dinanzi a un tribunale i criminali golpisti che oggi siedono al governo.

A sabato.

Riccardo Paccosi

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Illustrazione di copertina: Francesco Bongiorni

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