
Worldviews
Vediamo un po’, in ordine sparso, cosa accade nel mondo.
L’evento più importante ieri è stato l’incontro sino-indiano a livello ministri degli Esteri, erano due anni che non si incontravano direttamente. Il comunicato condiviso rispetto la guerra in Ucraina parla di “cessazione delle ostilità” senza entrare nel merito di aggressori ed aggrediti. Ma l’evento ha altri significati. Vorrei ricordare ai più longevi frequentatori della pagina, post scritti su Kishore Mahbubani. Costui è un diplomatico, docente, global thinker singaporiano, molto conosciuto, apprezzato e stimato anche negli USA. KM, nel suo “Has the West Lost it? A provocation” del 2018, aveva espresso un suo appassionato appello ai suoi amici occidentali (KM è tra l’altro un profondo conoscitore di Machiavelli) a riconsiderare la loro postura verso il mondo multipolare (1). Ma una cosa che mi colpì, fu leggere la sua costernata incredulità per il quanto gli occidentali ancora non si rendono conto dell’enormità compiuta con i due conflitti mondiali. Non è che l’Asia sia stata nell’ultimo secolo esente da conflitti, ma quelli tra asiatici ovvero senza intervento occidentale, si contano sulle punte delle dita e con dimensioni, per i nostri standard, davvero incomparabili. Analisti occidentali amano ricordare, a proposito degli scontri confinari tra i due giganti asiatici, di come ci siano braci e tensioni da poter sfruttare. Omettono però che quelli scontri ad alta quota, sono stati fatti con sassi e calci nel sedere altrui, qualche bastonata anche. In una seconda puntata è viaggiata anche qualche pallottola, ma non esattamente la scala dei conflitti cui di solito partecipiamo noi.
Il ministro indiano ha ribadito che le relazioni tra i due dovrebbero seguire tre principi “rispetto reciproco, sensibilità reciproca e interessi condivisi” (2). Queste formule possono esser percepite come retorica diplomatica da chi non segue questo genere di relazioni, ma nel caso e nel contesto della meta-cultura asiatica, sono invece importanti. Non sarebbe male lo fossero anche da noi, ma lasciamo perdere. L’India, ricordo, è tanto nel nuovo coordinamento militare voluto dagli USA con Australia e Giappone, quanto storicamente partner prima dell’URSS ora Russia, compre armi dai russi quanto dagli americani, è saldamente dentro forti reti di relazioni con la Cina (da SCO a BRICS a AIIB) che è il suo primo fornitore e terzo cliente commerciale. L’India si è astenuta nel voto ONU, ma poiché gli americani la corteggiano assiduamente per più ampie ragioni strategiche, non hanno commentato o criticato significativamente, in questi giorni.
Ieri mi ha colpito il trailer del nuovo missilone nord-coreano (3). KJH, dimagrito parecchio, giubbino ed occhiali neri, ha fatto partire il razzo poi finito al largo del Giappone, gioiendone in maniera cameratesca con un gruppo di militari contenti. Non so, questa nuova tendenza alla cinematografia di propaganda militare che appassiona anche Zelensky e non pochi altri, non mi rassicura per niente. Una volta si diceva che ne uccidesse più la parola delle armi, ma si diceva anche che un’immagine valesse più di mille parole. Traete voi le conseguenze.
Tant’è che anche il papa s’è inalberato, partendo dall’annunciato aumento fino al 2% delle spese militari con particolare attenzione al riarmo tedesco. La mitica Maggioni, giornalista di seconda fila passata poi alla prima fila dopo un lungo stage negli USA, una dei pochissimi giornalisti occidentali “embedded” alle truppe USA in quel di Iraq, presidente della rete italiana della Commissione Trilaterale e direttrice del TG1 non ha rilevato crisma di notizia nei pronunciamenti del papa, per cui non l’ha data. Allego una chart (4) con il vistoso incremento delle spese in armamenti nel mondo, si noti l’impennata dopo l’11 settembre e quello recente l’attuale conflitto. Nei prossimi anni schizzerà in alto di nuovo anche per via del consistente riarmo europeo. La regola di Cechov dice che: “Se in un racconto compare una pistola, bisogna che prima o poi spari.”, ma Cechov è russo e si sa come sono i russi su queste cose …
Gli Houti, mentre si ingrossa il groviglio diplomatico-energetico tra USA-IRAN-Monarchie del Golfo, hanno sparato missili sui depositi idrocarburi di Saudi Aramco in quel di Gedda, che però ospita il prossimo gran premio di F1. Quelli della F1 sarebbero in grado di correre anche mentre piovono atomiche, la repubblica del business ha una logica tutta sua, per cui domani correranno anche se forse con alle spalle un enorme nuvolone di aspro sapore nero in quanto è probabile i sauditi non saranno in grado di fermare l’incendio del pandemonio. Naturalmente, seguono bombardamenti sauditi in Yemen dove c’è una guerra da otto anni, circa 15.000 morti, praticamente tutti yemeniti, due terzi civili, la più grande catastrofe umanitaria da decenni secondo l’ONU, migliaia di bambini morti per liquefazione intestinale da colera. Ma poiché “occhio non vede, cuore non duole”, chi se ne frega. Speriamo invece ci sia un’altra doppietta Ferrari!
Nel mentre, Medvedev ha chiarito i 4 casi in cui i russi si sentirebbero autorizzati ad usare l’atomica, tra sono ovvi, il quarto è sufficientemente ambiguo da lasciar spazio a preoccupazioni (5). Simmetrico, il riposizionamento della dottrina Biden sulle armi nucleari in senso anche qui ambiguo e possibilista, segnalata da WSJ. Ma non c’è da preoccuparsi dicono alcuni esperti. Altri segnalano quantomeno che sono ottanta anni che non se ne parlava con tanta attualità.
Ci sarebbe poi da parlare del controverso esito delle riunioni G7-NATO-Consiglio europeo e soprattutto di questo ultimo, dove nella conferenza stampa che mi è capitato di vedere, Draghi segnalava problemi con la Norvegia ed il suo flusso di idrocarburi che generano, ai prezzi attuali, 150 miliardi di income nei pochi recenti mesi per un Paese di 5 milioni di abitanti, motivo per cui non accettano il “price cap” sui prezzi. Stati in Competizione Reciproca d’Europa è il solito sistema bizzarro che alcuni si dilettano di immaginar possibile volgere ad una fraterna federazione di “rispetto e sensibilità reciproche su una base di interessi comuni” tanto non sanno nulla di ciò di cui parlano e quindi visto che chiacchiere non costano, hanno inflazionato per anni il dibattito pubblico di concetti per allocchi. Ieri Zelensky, passato in men che non si dica da Capitan Ucraina a Master of the Democratic West, ha dato le pagelle ai vari paesi europei dopo aver urtato gli israeliani. Male Ungheria e Germania, così così Irlanda, Portogallo ed un po’ anche la Francia. Sul piano delle consuetudini diplomatiche e delle relazioni internazionali, quello che si permette di fare a Zelensky ha dell’assurdo, ma siamo in tempi in cui l’assurdo è il “new normal” con buona pace di Antonin Artaud. Ci sarebbe altro da dire soprattutto sul nuovo registro prudente con la Cina, il rifiuto a nuova tornata di sanzioni da parte UE, la nuova geopolitica energetica virtuale (virtuale in quanto si parla di cose che sembrano potersi fare alla velocità dei discorsi quando non lo sono affatto), ambiguità NATO che prolunga di un anno l’ottimo Stoltenberg che in quanto norvegese è in fondo contento ci sia questo bel casino. Ma passiamo ad altro.
In ordine sparso si segnala che l’Uzbekistan (ex URSS) ha preso posizioni abbastanza chiare contro l’invasione russa, almeno a parole. Xi Jinping lancia o forse rilancia una nuova alleanza planetaria contro il cambiamento climatico ed il saccheggio naturale, anche esso da vedere quanto a parole e quanto a fatti. Ma è interessante anche la dimensione narrativa perché sembra Xi voglia sfruttare un improvviso buco nero nella narrativa occidentale. L’Occidente, dopo aver proclamato e giurato la guerra alla CO2, con estrema agilità realista, ora sta sdoganando petrolio al posto del gas in quanto russo, riviviscenza del carbone, necessario disboscamento per nuovi campi in cui produrre cibo per combattere la certa carestia dei prossimi mesi. Pare che alcuni Master di Davos ne siano anche sollevati, una volta messisi a fare i conti concreti degli impegni narrativi presi per portare un po’ di sorriso alla corrucciata Greta, sono sbiancati. Meno male che il New Green Deal va in soffitta quindi. Ma nel buco narrativo pare vogliano infilarsi lesti i cinesi per le loro mire egemoniche benevolenti planetarie, anche perché i danni ecologici colpiscono di più quei paesi di terza e seconda fascia che nel nuovo mondo multipolare, sono campo di coltivazione cinese che lì hanno una credibilità che noi occidentali abbiamo ormai perso, forse per sempre.
Fuori formato del post, segnalo solo un articolo sul Fatto di ieri di un generale non arruolato nel Comitato Propaganda che domina tutti media italici 7/24 (6). Segnalo anche un articolo di un giornalista investigativo americano di chiara origine ebraica che fa una ben piantata analisi sul Comitato Propaganda americano-ucraino (7). E per oggi chiudiamo qui. Buon weekend.
Pierluigi Fagan, 26 Marzo 2022
Note:
(1) https://pierluigifagan.wordpress.com/2018/06/08/poco-prima-che-sia-troppo-tardi/
(2) https://www.repubblica.it/esteri/2022/03/25/news/pechino_mano_tesa_allindia_per_rispondere_al_pressing_di_washington-342815517/
(3) https://video.corriere.it/esteri/kim-jong-un-lancio-missile-intercontinentale-video-tv-stato-sembra-film/aad70fb2-ac1c-11ec-b7d6-769a9aeeea07
(4):

(5) https://www.ilsole24ore.com/art/ucraina-medvedev-russia-potrebbe-usare-armi-nucleari-4-casi-AEbcv3MB
(6) https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/03/24/russia-ucraina-il-generale-li-gobbi-flop-di-putin-nessuno-conosce-i-suoi-piani-lesercito-procede-a-velocita-discreta-e-se-avesse-voluto-una-guerra-lampo-avrebbe-attaccato-kiev-dalla-bielorus/6536692/
(7) https://consortiumnews.com/2022/03/23/ukraines-propaganda-war/
Illustrazione di copertina: Stephan Schmitz

