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Giorgio Agamben: “il nostro Paese sta scivolando in una barbarie che non ha precedenti”

Pubblichiamo la trascrizione integrale del discorso tenuto dal filosofo Giorgio Agamben il 7 Dicembre 2021 in un’audizione organizzata a Palazzo Madama di fronte alla Commissione Affari Costituzionali del Senato

Dunque, prima di entrare in merito al decreto-legge su cui il Senato è chiamato a votare vorrei ricordare ai parlamentari una dichiarazione di principi che è nota come il Codice di Norimberga. Siamo nel 1947 al momento in cui si stanno celebrando a Norimberga i processi ai medici che durante il nazismo si erano resi colpevoli di gravi crimini compiendo esperimenti, a volte letali, sui detenuti dei lager e seguendo fino alle estreme conseguenze la politica eugenetica del regime. È in questa occasione che la Corte di fronte agli evidenti eccessi del potere medico ritenne necessario formulare una dichiarazione sui principi etici e giuridici che avrebbero dovuto regolare il rapporto fra i medici e i soggetti umani, e questo è appunto quello che chiamiamo oggi il Codice di Norimberga.

La dichiarazione esordisce affermando che in questo rapporto il consenso volontario del soggetto umano è assolutamente essenziale e che questo consenso deve essere esercitato liberamente, cioè – cito le parole del Codice – “senza l’intervento di qualsiasi elemento di forzatura, inganno, costrizione, esagerazione o altra ulteriore forma di obbligo e coercizione”.

Mi domando se noi siamo in presenza oggi di un simile consenso volontario.

Perché ho evocato questa dichiarazione? Perché credo che oggi sia più che mai necessario comprendere che medicina e politica devono essere chiaramente distinte e che ragioni scientifiche non possono essere evocate per giustificare provvedimenti che sono per loro natura necessariamente politici.

Penso – e mi rivolgo ai senatori – che dovrebbe farvi riflettere il fatto che il primo esempio di una legislazione in cui uno Stato interviene in modo obbligatorio sulla salute dei cittadini è la legge sulla protezione del popolo tedesco dalle malattie ereditarie che Hitler fece approvare nel 1933 appena salito al governo. Questa legge portò alla formazione di speciali commissioni mediche che decisero la sterilizzazione forzata di 400.000.

La medicina ha il compito di curare le malattie secondo i principi che il Giuramento di Ippocrate sancisce irrevocabilmente e che vengono oggi invece trasgrediti in punti essenziali con l’autorizzazione dell’ordine dei medici. Ecco pensate, se stringendo un patto che è necessariamente ambiguo e indeterminato con i governi la medicina si pone surrettiziamente in posizione di legislatore, non soltanto questo non giova la salute degli individui, ma può condurre – e di fatto sta conducendo – a limitazioni inaccettabili delle loro libertà, rispetto alle quali le ragioni mediche offrono il pretesto ideale per un controllo senza precedenti della vita.

Mi domando: è accettabile che per una malattia di cui, secondo le parole appena pronunciate dal professor Palù, la letalità è dello 0,2% che tutto un paese sia sconvolto, terrorizzato e limitato nelle sue libertà di movimento, di lavoro eccetera?

Vengo ora al decreto su cui siete chiamati a votare.

Penso che dovreste sapere, come ormai accettato da fonti autorevoli scientifiche internazionali, che il vaccino non protegge dal contagio e che dopo un paio di mesi il vaccinato si trova rispetto alla malattia nella stessa situazione del non vaccinato. Di qui la necessità che dovrebbe far riflettere se dunque abbia un senso una terza dose e domani, perché no, una quarta, all’infinito. Se il vaccino è efficace perché c’è bisogno di una terza dose ed eventualmente anche di ulteriori? Di fronte a questa evidenza, invece di mettere in questione l’utilità della politica fin qui seguita sul problema dei vaccini, il governo – coadiuvato in questo da media sempre più irresponsabili – ha preferito fare la cosa peggiore che si può fare in una società, e cioè dividere i cittadini in due classi nemiche: i vaccinati portatori di un Green Pass, anche questo in continua mutazione (adesso è Super-Green-Pass domani sarà Super-Super-Green-Pass), e gli altri definiti con un termine negativo che ricorda i non-ariani della legislazione fascista del ’38, definiti novax, sbrigativamente novax.

Dopo aver seminato per quasi due anni il terrore e la paura si seminano così ora l’odio e la discriminazione accusando senza alcun fondamento chi ha scelto di non vaccinarsi di danneggiare coloro che in quanto vaccinati dovrebbero sentirsi protetti e che evidentemente non si sentono tali.

Una società così divisa e fondata sull’odio e sull’insicurezza non è una società libera e vivibile.

Io credo che il nostro Paese stia scivolando in una barbarie che non ha precedenti nella sua storia. Una barbarie in cui a me pare di trovare ogni giorno di più quella che Primo Levi ha definito “la vergogna di essere un uomo”. La vergogna cioè, per usare le sue parole, che qualcosa di ingiusto che di inumano sia stato irrevocabilmente introdotto nel mondo delle cose che esistono.

E in nome di questa vergogna che chiedo ai senatori di interrogarsi e di riflettere a lungo prima di votare il loro consenso a un decreto-legge ingiusto e inumano.

Illustrazione di copertina: Alberto Ruggieri

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